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Acceptance! Cosa possiamo realmente controllare?

Accepetance! Cosa realmente posiamo controllare nella vita?

Buongiorno amici, Una delle cose che la nostra mente tenta di fare più spesso è  il CONTROLLARE ogni possibile aspetto della nostra vita e di quella di chi ci sta attorno.

Perchè si ostina tanto in questo atteggiamento?

La nostra mente è programmata, da millenni di evoluzione, ad evitare il pericolo, massimizzare il piacere, favorire la riproduzione della specie. Sono aspetti ancestrali che riguardano un livello di funzionamento del nostro cervello estremamente automatico, inconsapevole. Questa modalità di funzionamento, per quanto automatica, ha però una forte influenza sul nostro comportamento, sulle nostre scelte.Immaginate di possedere un cane da tartufo e di trascorrere qualche ora in sua compagnia per i boschi. Durante la passeggiata, probabilmente, il cane starà al vostro fianco, fedele e di compagnia. Ad un certo punto, però, potrebbe drizzare la coda ed annusare in modo frenetico una certa parte del terreno, cercando di catturare la vostra attenzione e ignorando tutto quello che lo circonda, se non quell'odore che ha catturato la sua attenzione. La stessa cosa, facendo un piccolo sforzo immaginativo, accade alla nostra mente. Durante le consuete, una consistente fetta della sua attenzione,  attività quotidiane la è dedicata alla ricerca di possibili pericoli o quant'altro potrebbe limitare il suo benessere. 

Ma realmente oggi esistono pericoli che potrebbero mettere a rischio la nostra vita?

Quando l'uomo popolava la jungla, la savana, milioni di anni fa, dietro ogni angolo era possibile scovare un pericolo ed era quindi necessario prestare la massima attenzione. Oggi viviamo in un contesto diverso, la modernità ha ridotto le fonti di pericolo immediate (predatori, dirupi, corsi d'acqua in piena) e siamo diventati la specie dominante. Nonostante ciò continuiamo a temere una grossa fetta di pericoli e circostanze, di certo meno pericolose delle fauci di un leone. 

Come mai?

Tra le fonti di pericolo che la nostra mente tenta di evitare vi è anche il dolore e la sofferenza. Siamo programmati per fuggire non solo dalle fonti di pericolo ma anche da quelle che possono suscitare emozioni intense come rabbia, tristezza, dolore, ed a volte la noia. Siamo invece spinti a ricercare la vicinanza di eventi, stimoli,m circostanze che potrebbero farci provare gioia e soddisfazione.In fin dei conti, pensandoci bene, non è cambiato nulla rispetto a prima. Le emozioni sono nate proprio per segnalare all'organismo la presenza di un pericolo. Pertanto, che io soffra per una delusione d'amore o per il pericolo rappresentato da un predatore che mi impedisce di proseguire il mio percorso, proverò sempre la medesima emozione, con lo stesso principio fisiologico che regola il sistema emotivo, le stesse sensazioni, forse d'intensità diversa. La nostra mente non conosce la forma e l'aspetto di ogni pericolo ma sa che deve evitare tutte le fonti di dolore e sofferenza. Se pertanto uno stimolo (evento, ricordo, azione, scelta, pensiero) dovesse suscitarmi dolore e sofferenza, allora la mia mente di attiverà per evitare lo stimolo che l'ha procurato, in maniera tale da ridurre la fonte di dolore e ritenersi al sicuro.

Che conseguenze ha questo sulle nostre vite?

La nostra mente, che può gestire i pericoli soltanto attraverso le parole ed il pensiero (idea del problema) tenta di sviluppare strategie e piani d'azione per fare in modo che certe cose non accadano o che certe cose accadute possano cambiare.Immaginate di aver preso una scelta importante che poi si rivela errata o comunque non in line con le vostre aspettative. Grazie alle proprietà del pensiero di gestire gli eventi passati attraverso il suo ricordo passeremo molto tempo a riavvolgere il nastro delle nostre scelte, delle nostre azioni, cercando un nuovo punto di vista, una giustificazione, una possibilità di passare il passato. Questo sarebbe utile secondo la nostra mente perchè permetterebbe al dolore di cessare, e quindi avremmo allontanato da noi il pericolo (dolore e ipotetico predatore che lo determina).Questo tentativo della nostra mente rientra nelle strategie "paradossali di controllo". Dedichiamo molto tempo a gestire eventi e circostanze nel tentativo di cambiarle o prevenirle, dimenticando che tutto quello che accade dentro e fuori da noi non è nel nostro controllo, così come il dolore che questi eventi e circostanze mi suscitano di conseguenza.

In più, ogni volta che assumiamo questo tipo di atteggiamento, generiamo ulteriore disagio e sofferenza:

- Evitando certi luoghi riduciamo il disagio ma a forza di vivere nella nostra area di confort rinunciamo ad aspetti importanti della vita e questo genera dolore;

- Ripassando il film delle nostre azioni produciamo frustrazione e sofferenza frutto della consapevolezza che nonostante tutti gli sforzi nulla è cambiato, e nel frattempo trascorriamo molto più tempo trai nostri pensieri e meno a contatto con quello che ci circonda;

- Aspettandoci che gli altri cambino a nostro piacere proviamo disagio a seguito della consapevolezza che non accade quello che vorremmo;

- Contrastando e tentando di ridurre le nostre sensazioni le amplifichiamo di conseguenza;

- Lottando con i nostri pensieri ne generiamo di altri più negativi.

Il controllo è soltanto un' illusione della nostra mente, possiamo però scegliere, in ogni momento, quali azioni agire nonostante le cose, dentro e fuori da noi, vadano seguendo una logica diversa da quella che ci aspettiamo, nonostante dentro vi siano certe sensazioni, nonostante dentro vi siano pensieri che remano nella direzione opposta.Il nostro più grande limite è credere che in assenza di controllo la vita sia una fonte continua di sofferenza. La nostra più grande fortuna è quella che anche se questa sofferenza dovesse esistere, siamo sempre noi che scegliamo come agire, anche in sua presenza.

Salvatore Torregrossa, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale San Cataldo Caltanissetta

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