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La felicità è una direzione, non la destinazione.

Noi esseri umani, a volte, conduciamo la vita in modo assai curioso e bizzarro. Facciamo di tutto per evitare il dolore, la sofferenza, e allo stesso tempo proviamo a rincorrere uno stato di agio e benessere. Per convenzione siamo solito definirla FELICITÀ. Quasi fosse un faro, agiamo comportamenti ed azioni che crediamo possanoavvicinarci a questo stato, in maniera tale da potercene impossessare definitivamente.

Facciamo di continuo esperienza di emozioni intense, spesso fastidiose. Ne deduciamo, in alcune condizioni, che questo significhi “non sono felice”. Questa consapevolezza “arbitraria” della nostra mente viene vissuta come un pericolo, qualcosa da cui fuggire o allontanarci. Guidati, quindi, dalla regola “devo essere felice”, intraprendiamo una lotta con tutto quello che “crediamo” ce lo impedisce: emozioni, sensazioni, pensieri, ricordi.

É noto, in ambito psicologico, come tale strategia (coping) sia l’atteggiamento che più di ogni altro contribuisce al nostro disagio:
1. Il bersaglio della nostra LOTTA non é un problema reale, quanto l’ IDEA DI UN PROBLEMA (il pensiero “non sono felice”). La nostra mente reagisce spesso ai pensieri nella nostra testa allo stesso modo in cui gestisce i problemi reali (fusione cognitiva);
2. La nostra esperienza interna non è per nulla problematica, anche quando essa ci appare troppo intensa e ricorrente. Emozioni e sensazioni sono il risultato di come l’esperienza viene percepita dal nostro organismo in funzione dei sistemi motivazionali.

Se dovessimo sostenere un esame importante, la preoccupazione che ci susciterebbe non sarebbe un ostacolo alla meta (la promozione) quanto piuttosto un modo per allertare il maggior numero di risorse in funzione di un pericolo. Come tale, in funzione di tale stato emotivo, proveremo sensazioni fisiche quali tachicardia, respiro affannoso, sudorazione”

Spesso confondiamo tali sensazioni, in modo del tutto arbitrario, con il segno che qualcosa non sta andando bene,il segno che NON SIAMO FELICI COME DOVREMMO.

Quale potrebbe essere il risultato se agissimo in direzione delle nostre regole?

Probabilmente svilupperemo la convinzione che gli esami sono qualcosa che non siamo in grado di sostenere, che forse dovremmo evitare di sostenerli per paura di stare male e fare una brutta figura: INFELICITA’.

Essere felici non é uno stato emotivo come spesso crediamo, la felicità non si può fermare in un dato momento e percepirla quasi fosse una sensazione di calore diffuso o la frenesia di un momento di gioia.

Lo stato più concreto di felicità di cui disponiamo è rappresentato da un PROCESSO, l’insieme quindi delle nostre scelte, degli atteggiamenti, delle delusioni e dei traguardi che segnano una direzione inconfondibile verso i valori più importante che rendono e renderebbero la nostra vita RICCA E SIGNIFICATIVA.

Felice é quella persona che la sera torna a casa stanca dopo una giornata di lavoro, che crolla a pezzi sul divano, SODDISFATTO di aver contribuito, con il proprio sforzo, al sostentamento della famiglia, a non far mancare nulla l figlio. Sono questi i momenti in cui entriamo realmente in contatto con i nostri valori. Spesso non é accompagnato da emozioni eccitanti, piuttosto da uno stato di soddisfazioni, che conferma in modo sottile.. la direzione del nostro agire,

Essere felici è un investimento a lungo termine, una direzione, in cui ciò che conta non è il traguardo, bensì la direzione, i nostri VALORI.

Quando percorriamo un viaggio, se la nostra meta è una città in particolare, probabilmente dopo averla raggiunta potremmo dire di aver raggiunto l’obiettivo, successivamente avremo necessità di trovarne un’altra per proseguire il nostro viaggio. Se invece la nostra meta fosse ANDARE A NORD, potremmo mai dire di averla raggiunta definitamente? Probabilmente no, ci sarà sempre un nuovo Nord da raggiungere, e in quel caso non sarà importante quale città ci aspetta ma il viaggio.

Allo stesso modo la felicità! Se la identifichiamo con uno stato emotivo potremmo raggiungerla ma poi perderla di vista.. vorrebbe dire che NON SIAMO PIÙ FELICI?

La felicità è quindi il PROCESSO DELL’ ESSERE FELICI, mosso da azioni e comportamenti che ci guidano nel dar valore a quanto dì più importante c’è nella nostra vita.

E le emozioni?

Come per ogni altro aspetto della nostra vita interiore non sono nel nostro controllo, cambiano di continuo e seguono un flusso che spesso non ha un motivo in particolare.. ci sono e fanno parte di noi.. anche nei momenti più importanti della nostra vita possono essere diverse da come ci aspetteremmo.. ed anche in questa circostanza potremmo continuare a sostenere di muoverci verso la felicità.

September 12, 2018

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