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La Psicoterapia cognitivo comportamentale (CBT) è efficace, lo dimostra la scienza!

Sono stati da poco pubblicati i risultati di una importante lavoro di ricerca il cui obiettivo era quello di chiarire quali sono le migliori opportunità di trattamento psicologico per i disturbi ansioso depressivi. Hanno partecipato a questo lavoro le più importanti e rilevanti realtà del contesto clinico scientifico nazionale: i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, le Università, istituti di ricerca, servizi sanitari, regioni, ordini professionali, associazioni di operatori e pazienti, esponenti dell’ ordinamento giuridico, comitati editoriali di riviste scientifiche. Ne è nato un documento di sintesi, documento di consenso appunto, che rappresenta oggi un punto di riferimento fondamentale ed essenziale nel passaggio da una prassi clinica tradizionalmente fondata su criteri di efficacia discutibili ad una prassi clinica basata sulle evidenze scientifiche di efficacia: la scelta di trattamenti basati su risultati concreti, stabili nel tempo, senza rischi per il paziente e pari (se non superiore) al trattamento farmacologico. Viviamo in un contesto in cui non sempre la persona he soffre e necessita di un trattamento psicoterapeutico è agevolata nella scelta del modello più efficace per quel disturbo. In Italia esistono numerose scuole di specializzazione attraverso cui gli psicologi si formano per diventare psicoterapeuti e praticare la psicoterapia (ricordiamo che l’attuale sistema giuridico prescrive la pratica della psicoterapia ai soli terapeuti specializzati e non ai “semplici psicologi”). Questa “abbondanza” non sempre coincide con qualità, e il cittadino si trova a dover scegliere utilizzando criteri che spesso non si rivelano corretti per risolvere il problema. Nonostante la grande abbondanza di modelli e quindi di psicoterapeuti di diversa formazione, sono due i grandi poli entro i quali si sviluppano tutti gli attuali approcci: L’approccio cognitivo comportamentale e quello psicoanalitico. Tutto il resto degli approcci sono derivazioni più o meno coerenti con uno dei due modelli citati. Disporre di un documento di consenso è pertanto di fondamentale importanza per molti aspetti:

 

-      Favorire un trattamento efficace del trattamento psicologico dei disturbi mentali, in alternativa o ad integrazione a quello medico/farmacologico;

-      Agevolare economicamente (mediante iniziative ad hoc come p.es il BonusPsicologo) in favore soprattutto degli approcci che hanno dimostrato una concreta efficacia;

-      Ridurre l’istituzionalizzazione e la cronicizzazione delle patologie e quindi la frequenza di disabilità a lungo termine;

-      Prevenire effetti gravi sulla salute dei soggetti e soprattutto la frequenza di condotte suicidarie, soprattutto nelle patologie a carattere depressivo;

-      Promuovere la strutturazione di modelli clinici ancora più efficaci e validi;

 

Alla luce di questa premesse, e in linea con le linee guida internazionali, è stato realizzato e diffuso il documento di sintesi realizzato a seguito della“Consensus Conference sulle terapie psicologiche per ansia e depressione” promossa nel 2016 con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità (dopo un convegno organizzato a Padova nel novembre 2016 dal prof. Ezio Sanavio, Professore Emerito dell’Università di Padova, ed a cui ha partecipato anche il prof. David Clark, che ha presentato il programma inglese Improving Access to Psychological Therapies (IAPT), da lui promosso nel 2008.



Questo documento ha la funzione di individuare, per i più comuni e rappresentativi disturbi ansioso depressivi, quelli che andrebbero considerati trattamenti psicologici di prima scelta, sulla base delle più rigide e inconfutabili evidenze scientifiche oggi conosciute e verificate da un gruppo di lavoro neutrale.

 

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