Contattami

L'accettazione in psicoterapia. Aprirsi al dolore per vivere meglio!

ACCEPTANCE.

Aprirsi al dolore (e a quello che non possiamo controllare, sopprimere, evitare) come atteggiamento nuovo e funzionale per vivere in modo ricco e significativo la nostra vita.

Noi esseri umani siamo l'unica specie vivente in grado di interrogarsi, attraverso il linguaggio ed il pensiero, sulla stessa esistenza.

Siamo l'unica specie che si pone ogni sorta di domanda rispetto a quello di cui il nostro corpo ci fa fare esperienza:

- Emozioni (perchè la paura non mi lascia mai?);

- Sensazioni (Perchè stamattina mi sento in questo modo?);

- Aspetti "intrinseci" alla natura stessa del nostro essere "organismi viventi" come per esempio il respiro, il battito cardiaco, una sensazione al braccio o un senso di leggerezza alla testa (Sto svenendo, mi sta venendo un infarto);

Di ognuno di questi aspetti, inoltre, valutiamo l'appropriatezza rispetto a dimensioni quali i bisogni e convinzioni personali (si deve sempre stare bene, si deve sempre essere felici, non è normale soffrire) e molto spesso sviluppiamo, arbitrariamente, la conclusione che certe convinzioni o sensazioni non debbano esserci o sia sbagliato provarle.

Noi esseri umani, recitava una bellissima frase di Erich From, "Siamo l'unico animale per il quale la sua stessa esistenza è un problema che deve risolvere".

Nel tentativo di "risolvere" questo problema lottiamo di continuo verso tutte quelle sensazioni che rendono difficile vivere la nostra quotidianità.

- Evitamento esperienziale: rinunciamo a vivere i luoghi e le circostanze in cui riteniamo sia probabile provare certe sensazioni e soffrirne;

- Comportamenti protettivi: agiamo azioni ed atteggiamenti che possano far cessare la morsa di certe sensazioni (rassicurazioni, controlli, verifiche, eccessiva prudenza);

- Azioni protettive mentali: discutiamo, ci interroghiamo, giudichiamo, ripassiamo, anticipiamo tutte le circostanze e le sensazioni ritenute pericolose utilizzando il pensiero;

Per quanto possa sembrare strano, molto spesso, il disagio e la sofferenza umana non sono frutto di un processo patologico ma del tipo di strategie che SCEGLIAMO di adottare nel tentativo di controllare aspetti del normale funzionamento biologico e cognitivo del nostro copro.

Tornando quindi al concetto con cui ho aperto questo mio intervento, ACCETPTANCE (aprirsi), è l'atteggiamento che si allena e coltiva, nell'ambito dell' ACT (Acceptance and Commitment Therapy), al fine di favorire la preziosa FLESSIBILITA' PSICOLOGICA.

L'accettazione (acceptance) indica la capacità di aprirsi e fare spazio a sentimenti, sensazioni, impulsi ed emozioni dolorose piuttosto che tentare di sbarazzarcene, resistere o scappare via da loro.

Questo atteggiamento è rappresentato bene dalla metafora delle sabbie mobili. Quando capita di trovarsi in una situazione così pericolosa la tendenza di ogni essere vivente è quella di dimenarsi e tentare di venirne fuori il prima possibile. Per via della natura stessa delle sabbie mobili, questi tentativi sono vani e controproducenti, più ci si dimena e più si sprofonda riducendo le propria possibilità di sopravvivenza. La strategia più opportuna per salvarsi o aumentarne le probabilità è quella di estendere la superficie del proprio corpo a contatto con le sabbie, in questo modo smetteremo di sprofondare.

Questa metafora rende perfettamente il significato di ACCETTAZIONE, non un atteggiamento passivo verso quello che accade dentro di noi (emozioni, pensieri, sensazioni) ma la GENTILE consapevolezza che quanto stiamo osservando ha ragione di essere e di esistere.

Una vita ricca e significativa comprende anche il dolore, sia esso fisico dovuto al funzionamento del nostro copro, sia esso emotivo dovuto agli eventi che animano in moto inevitabile la vita di ognuno di noi (lutti, separazioni, delusioni, fallimenti). E' normale provare dolore ma non per forza dobbiamo continuare a soffrirne concentrandoci su di esso e dedicando ad esso i nostri sforzi ed energie.

Si può provare DOLORE (dovuto spesso a sensazioni molto intense) ma non per questo si deve SOFFRIRNE. Ogni volta che lo combattiamo entriamo appunto in uno stato di ulteriore sofferenza e disagio.

Aprirsi al dolore vuol dire fare spazio nella propria vita a quello che non possiamo controllare, evitare, combattere, smettendo appunto di impegnare le nostre energie e risorse nel tentativo di farlo, così come ci suggerisce la nostra mente in modo intuitivo. Ogni volta che tentiamo di controllare aspetti del nostro funzionamento interno finiamo per amplificarlo e prolungarne la durata. Smettere di lottare, attraverso specifiche strategie e atteggiamenti, è la modalità più efficace che permette di abbassare l'impatto che le sensazioni hanno sulla nostra vita, tornando nuovamente ad agire nel modo più funzionale al nostro benessere.Smettere di lottare vuol dire aprirsi a qualsiasi cosa cogliamo, dentro di noi, momento dopo momento, entrando in una dimensione del NON FARE piuttosto che della lotta. NON FARE inteso come capacità di notare quanto altro è presente attorno a noi, piuttosto di provare a sbarazzarci du quello che non ci piace (e che non può essere eliminato).

February 3, 2018

I miei contatti social