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Mindfulness. Come essere felici smettendo di lottare.


Nell'ambito delle terapie cognitivo comportamentali, soprattutto quelle più attuali, la Mindfulness riveste un ruolo centrale, il fulcro attorno al quale agisce il processo che promuove la flessibilità psicologica e il benessere personale! A differenza degli approcci cognitivo comportamentali, la cui attenzione era centrata sulla possibilità di dimostrare o meno la veridicità di certi pensieri o convinzioni, gli approcci di 3° generazione, tra cui soprattutto l' ACT (Acceptance and Commitment Therapy) sostengono che non sia tanto il contenuto dei nostri pensieri, credenze o convinzioni a influenzare il disagio e la sofferenza, quanto l’atteggiamento che abbiamo nei confronti di essi. Piuttosto che considerare, come scopo principale del trattamento la riduzione dei sintomi (che riveste comunque un'importanza rilevante) l'ACT si concentra sulla possibilità di consolidare un più efficace ed ampio repertorio di comportamenti e atteggiamenti che la persona possa agire nel tentativo di raggiungere i propri scopi e obiettivi. La mindfulness non va intesa al paro di un esercizio o tecnica, è qualcosa di più ampio, dinamico, un processo mentale circolare all'interno del quale troviamo ulteriori processi ed atteggiamenti: accettazione, apertura all’esperienza, distanziamento da pensieri e idee in favore di un contatto più autentico con il momento presente.

Immaginate di trovarvi al cinema, e che in quel momento la vostra mente vi agganci con il pensiero che l'indomani sarete impegnati in un colloquio di lavoro e temete che durante quel colloquio voi possiate sentirvi in imbarazzo e fare una brutta figura. E' molto probabile che in quel momento si presentino sensazioni quali ansia e incertezza, e che vi faccia seguito un'intensa attività di rimuginazione che vi porterà lontano da quel cinema, lontano dal film che avete tanto atteso venisse finalmente proiettato. Tutto ciò nel tentativo di affrontare un problema, evitare che l'imbarazzo possa farvi vivere una brutta esperienza. Attraverso la mindfulness impariamo a prendere li distanze dai nostri pensieri, a notarli per quello che sono e non come un problema da affrontare e risolvere. Concediamo quindi alle nostre sensazioni, ed ai nostri pensieri, il diritto di esistere e affollare la nostra mente ed il nostro corpo, con gentilezza e curiosità piuttosto che con un atteggiamento di lotta o evitandoli. Questo ci permette di notare quanto altro esiste attorno a noi, quanto ricca e pieno di possibilità sia il nostro momento presente: la voce del nostro attore preferito, il tessuto delle poltrone, le forme e caratteristiche del teatro, il nostro respiro ed ogni altra cosa che possiamo cogliere attraverso i nostri sensi. La mindfulness non garantisce la possibilità di eliminare l'incertezza che proviamo di fronte a quei pensieri, piuttosto ci aiuta a rendere più ricca la nostra esperienza, ad agire dando valore a ciò che realmente è disponibile nel nostro qui e ora: il film e tutto ciò che mi circonda. Non abbiamo il controllo sulle sensazioni, non siamo direttamente in grado di modificare le nostre sensazioni ma potremmo scoprire che interrompendo la lotta esse cambierebbero da sole, diventando altro: tensione, curiosità, divertimento, e poi magari fame e di nuovo incertezza. Tutto dentro di noi scorre in un divenire ininterrotto e noi siamo molto più di tutto ciò che notiamo al nostro interno!

L' ACT promuove un impegno in favore di una "vita degna di essere vissuta", anche in presenza di tutto ciò che non possiamo eliminare o controllare a nostro piacimento (pensieri, emozioni, e sensazioni). Il benessere sarà una conseguenza della scelta di "lasciare andare" il controllo, la lotta, verso tutto ciò che ci ostiniamo a combattere. Questa stessa lotta è essa stessa la causa del disagio. Alcuni autori l'hanno descritta come "La capacità di uscire dalla propria mente ed entrare nella propria vita". Tra queste parole è chiaro il rimando alle trappole del linguaggio che producono disagio e sofferenza, ostacolando il nostro agire. La mindfulness propone un atteggiamento nuovo, intenzionale, verso tutto ciò da cui abbiamo sempre agito lotta e fuga (pensieri, emozioni, sensazioni) e che hanno il potere di limitarci nella misura in cui gliene diamo il potere. Lasciare andare, aprirsi all'esperienza, impegnandoci allo stesso tempo ad agire un più ampio repertorio di atteggiamenti e comportamenti "funzionali" ai nostri scopi. Passare dall'atteggiamento di lotta e controllo verso i pensieri e le sensazioni alla possibilità di "stare" con tutto ciò che l'esperienza ci offre, qui e ora. Allenare la capacità di essere "spettatori disinteressati ma curiosi" della nostra esperienza sensoriale, integrare piuttosto che tentare di eliminare. Aprirsi anche al dolore, piuttosto che combatterlo, se questo fosse il prezzo da pagare per vivere una vita piena e soddisfacente!









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