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Scegliere per il proprio benessere anche quando l'ansia e le emozioni lo rendono difficile!

L'emergenza Covi-19 ci ha tolto tanto della nostre abitudini, della nostra routine e purtroppo dei nostri affetti. Mai avrei immaginato, e con me chissà quante altre persone nel mondo, che un giorno avremmo dovuto affrontare qualcosa del genere. Ed ecco che la lezione si ripete. Nulla di ciò che accade attorno a noi è realmente nel nostro controllo: gli eventi, le catastrofi, le emergenze, le dinamiche naturali, per quanto ci si possa impegnare nel tentativo di evitarle e raggiungere alti livelli di prevenzione troveranno comunque il modo per manifestarsi, e con essi tutto il carico di inevitabile sofferenza che comportano.

Ma anche oggi, come in ogni altro momento della nostra vita, possiamo scegliere, possiamo decidere cosa fare di questo dolore, di questa sofferenza.

Noia, rabbia, incertezza, tristezza e tanto altre emozioni difficili, sono vissuti che hanno pienamente diritto di esserci in questa circostanza e in ogni altro momento della vita. Ciò non vuol dire che sia piacevole, piuttosto che non esiste altra realtà se non questa. Se potessimo scegliere a piacimento cosa provare o meno, di quali pensieri fare esperienza o con quali emozioni o sensazioni fare i conti, chi rinuncerebbe a farlo?

Ma non è possibile, in questo mondo, in questa vita, il dolore è la nostra modalità di connessione con il mondo, con la nostra stessa vita.

Le cose possono diventare ancora più difficili, e noi esseri umani non perdiamo occasione per riuscirvi, ed anche bene!

Quando di fronte al dolore e alla sofferenza (noia, incertezza, tristezza ed ansia) attiviamo la lotta, proviamo a fare qualcosa per eliminarle dalla nostra vita, loro crescono, la loro intensità aumenta. Quando poniamo attenzione a ciò che non ci piace, a ciò che rende difficili le nostre vite, molto spesso finiamo per amplificarlo e renderlo un peso ancora più grande da sostenere.

Ecco quindi che tutte queste strategie semplicemente non funzionano; non sono sbagliate, piuttosto, a fronte di una breve riduzione di quelle sensazioni, alquanto breve ve lo assicuro, le nostre vite si impoveriscono inevitabilmente.

In questo periodo di isolamento, per esempio, viviamo intensi momenti in cui sono presenti emozioni e vissuti ambivalenti.
Provate ad immaginare cosa accadrebbe se, ogni volta che si presenta noia, tristezza o ansia, noi scegliessimo di chiuderci in uno stato di isolamento, di rimuginazione, o semplicemente di rabbia verso qualcuno o qualcosa?

Riusciremmo per caso a cambiare qualcosa? Sarebbe utile?

Credo proprio di no. Questo atteggiamento avrebbe, piuttosto, il risultato di farci perdere di vista quanto altro esiste attorno a noi oltre alla noia ed alla tristezza: i nostri affetti, i nostri spazi, la nostra storia, le nostre abitudini (vecchie e nuove).

In ogni istante è sempre possibile dare valore a qualcosa, a patto di lasciare andare i pesi di ciò che non riusciamo a cambiare.

Anche in questa emergenza possiamo scegliere se lamentarci, isolarci, manifestare rabbia o fastidio, questo forse vi darà sollievo per qualche istante, ma a fine giornata rimarremo con un pugno di mosche in mano.

Oppure possiamo scegliere di STARE con qualsiasi cosa si presenti dentro di noi, ed allargare l'attenzione a quanto altro esiste oltre, per esempio un ODORE, UN SUONO, UN GUSTO O LA SENSAZIONE DI UN SUPERFICIE O TESSUTO, IL NOSTRO RESPIRO.

Questo permette di ancorarsi al MOMENTO PRESENTE, l'unico sempre disponibile, l'unico in cui tutto ha il diritto di esistere, l'unico in cui esiste vita.

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